Roberto Maroni
Roberto Maroni (Varese, 15 Marzo 1955) è l'attuale Governatore della Regione Lombardia, in carica dal mese di Marzo del 2013. Dal 1° Luglio 2012 al 15 Dicembre 2013 ha ricoperto la carica di Segretario federale della Lega Nord. È stato Ministro degli Interni nei governi Berlusconi I e Berlusconi IV e Ministro del Lavoro nei Berlusconi II e Berlusconi III.
L'inizio dell'attività politica
Nel 1979 Maroni conosce Umberto Bossi. Fra i due inizia una collaborazione politica che li porta a contattare alcuni Partiti autonomisti fra i quali, il più importante, l'Union Valdôtaine di Bruno Salvadori. Dopo la prematura scomparsa di Salvadori (1980), Maroni e Bossi proseguono da soli l'organizzazione di un Movimento autonomista in Lombardia. Nel 1984 fondano, assieme a Giuseppe Leoni, la Lega autonomista Lombarda. Mentre Bossi è segretario politico, Maroni contribuisce all'organizzazione del nuovo partito nella Provincia di Varese. Nel 1985 viene eletto Consigliere comunale nella città giardino. La Lega elegge i primi rappresentanti anche a Gallarate (Va) e in Consiglio provinciale.
Laureato in giurisprudenza, lavora per alcune società quali il Banco Ambrosiano, poi è manager legale della multinazionale statunitense Avon cosmetici e consulente per la Mythos. Esercita la libera professione di avvocato.
Nel 1989 partecipa alla fondazione della Lega Nord di cui ricopre dal 2002 l'incarico di Coordinatore della Segreteria politica federale presieduta dal Segretario Federale Umberto Bossi (fino al 2012), chiamata a decidere la linea politica del Movimento a livello federale, nazionale e locale.
Dal 2007 al 2011 è il secondo Presidente del Parlamento della Padania con sede a Vicenza. In precedenza aveva ricoperto anche l'incarico di "Primo ministro della Padania" succedendo a Francesco Speroni.
Il 4 dicembre 2011 è nominato Presidente della Commissione Cittadinanza, Immigrazione, Sicurezza del Parlamento del Nord.
Primo mandato da deputato (1992-94)
È deputato alla Camera dal 1992 dove ricopre la carica di capogruppo leghista. Entra nel Consiglio federale del Carroccio e segue, per conto della segreteria di Bossi, le più importanti vicende politiche di quegli anni. Contribuisce alla vittoria della Lega Nord alle Elezioni amministrative, culminata nell'elezione del primo borgomastro leghista nella città capoluogo di Varese. Maroni entra nella Giunta monocolore leghista come Assessore al Territorio: primo cittadino è Raimondo Fassa.
Ministro dell'Interno nel primo governo Berlusconi (1994-1995)
È stato Ministro dell'Interno e Vicepresidente del Consiglio per otto mesi, nel 1994, sotto il primo governo Berlusconi.
La fase secessionista (1996-2001)
È al fianco del Senatùr nella svolta secessionista della Padania cominciata a Venezia il 15 Settembre 1996 e viene indagato dalla Magistratura italiana per reati istituiti dal Codice fascista “Rocco” legati al vilipendio dell'unità nazionale. Viene accusato d’aver causato uno stato di "depressione del sentimento nazionale" fra i propri concittadini a causa della diffusione delle proprie opinioni sull'autodeterminazione della Padania.
I fatti di via Bellerio
Il 12 agosto 1996 il Procuratore della Repubblica di Verona Guido Papalia avvia delle indagini sulla Guardia Nazionale Padana, sospettata di essere un'organizzazione paramilitare tesa ad attentare all'unità dello Stato (altro reato istituito dal Regime mussoliniano e previsto dagli artt. 241 e 283 del Codice penale). Fra le perquisizioni in atto in quel periodo, vi fu quella dei locali della sede federale di Milano della Lega Nord in Via Bellerio. Le operazioni iniziarono alle 7 del mattino e alle 11 due pattuglie della Digos di Verona si presentarono davanti alla porta della sede federale del Carroccio. A tale perquisizione della dalla Polizia di Stato si opposero alcuni militanti e politici leghisti fra i quali proprio Maroni, che, contestandone la validità, respinsero il primo assalto dei militari. Nel pomeriggio Papalia diede nuovo mandato di perquisizione e la Polizia decise di fare irruzione, incontrando la forte resistenza di militanti e dirigenti padani. A questo punto scattò una carica per superare l'ostacolo e raggiungere l'ufficio indicato dall'indagato Corinto Marchini come proprio ufficio, che si rivelò invece essere, come scritto sulla porta, l'ufficio di Roberto Maroni. Si contarono contusi da entrambe le parti. Maroni, caricato su una barella, venne portato in ospedale. Contro la perquisizione la Camera dei deputati nel 2003 avanzò ricorso per “conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, chiedendo alla Corte Costituzionale di dichiarare che non spetta all'autorità giudiziaria (ed in particolare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona) di disporre e di far eseguire la perquisizione del domicilio del parlamentare Roberto Maroni”. Nel 2004 la Corte Costituzionale darà ragione alla Camera.
Ministro del Welfare (2001-06)
Lavora, nell'ambito della nuova coalizione della Casa delle Libertà, quale delegato leghista alla definizione del programma per le elezioni politiche del 2001, nelle quali viene rieletto deputato nel collegio uninominale di Varese. Nei governi Berlusconi II e III ha ricoperto l'incarico di Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali-Welfare.
Lo scalone pensionistico
Fra le norme volute da Maroni in qualità di Ministro del Lavoro vi fu anche il cosiddetto "Scalone", che innalzò l'età pensionabile dai 57 ai 60 anni, permettendo, tuttavia, ai lavoratori di andare in pensione con regolarità e a scadenze predefinite. Nonostante le critiche di facciata del Centrosinistra italiano, il successivo governo Prodi non l'ha mai abolita, nonostante fosse tra le priorità del programma elettorale.
Deputato e capogruppo leghista (2006-08)
È stato rieletto deputato nel Elezioni politiche del 2006 per le liste della Lega nella circoscrizione Lombardia 2. Nella XV Legislatura è membro della Commissione Affari Esteri e della Giunta delle Elezioni. È stato capogruppo della Lega Nord Padania alla Camera.
Ministro degli Interni (2008-11)
Il 7 maggio 2008 Silvio Berlusconi gli ha affidato l'incarico di Ministro dell'Interno. La sua proposta di prendere le impronte digitali a chi non fosse in grado di documentare la propria identità, con particolare attenzione ai bambini rom, viene da lui definita "Un provvedimento atto a tutelare i minori stessi, obbligati dai genitori ad andare a rubare o mendicare", mentre gli oppositori la definiscono "Un atto xenofobo e razzista, che costringe i bambini a pagare per colpe non loro".
Primo decreto sicurezza
Il 20 maggio il Consiglio dei Ministri approva il "Decreto sicurezza Maroni” che contiene i seguenti provvedimenti:
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- Confisca degli appartamenti affittati a stranieri in condizioni di clandestinità.
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- Aumento della pena dell'arresto per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, sino a prevedere la revoca della patente e la confisca del veicolo. Modifiche al codice penale in tema di omicidio colposo e lesioni colpose, elevando da 5 a 6 anni il massimo della pena detentiva per l'omicidio commesso in violazione delle norme sulla circolazione stradale e sugli infortuni sul lavoro. Aumenti di pena anche per lesioni gravi e gravissime dovute alla guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Nuova circostanza aggravante qualora il fatto penalmente rilevante sia commesso da un soggetto illegalmente presente sul territorio nazionale.
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- I sindaci potranno adottare provvedimenti urgenti (cosiddette ordinanze) nei casi in cui si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli non solo per l'incolumità pubblica ma anche per la sicurezza urbana.
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- La polizia municipale parteciperà ai piani coordinati di controllo del territorio anche per i servizi di prevenzione e repressione dei reati nelle situazioni di flagranza che si verificano durante il servizio. Estensione alla polizia municipale della facoltà di accesso diretto alle banche dati del Ced interforze del dipartimento della pubblica sicurezza, per i veicoli rubati e rinvenuti e per i documenti di identità rubati o smarriti.
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- Modifiche al codice di procedura penale per ampliare le fattispecie penali perseguibili con il rito del giudizio direttissimo e con quello del giudizio immediato.
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- Ampliamento dei casi in cui non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della pena per dare concretezza al principio della certezza della pena.
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- Attribuito al Procuratore della Repubblica nonché al direttore della Dia il potere di proporre l'adozione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell'obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale. Divieto di patteggiamento in appello per i reati di mafia.
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- Introdotte specifiche norme per rendere più facile la distruzione delle merci contraffatte sequestrate.
Provvedimenti accolti con grande favore dall'opinione pubblica ed aspramente criticati dai pietisti e buonisti della Sinistra mondialista italiana.
Secondo Decreto sicurezza
Il “Secondo Decreto Maroni” (Legge 23 aprile 2009, n. 38), è un pacchetto di norme approvato dal Senato (261 sì, 3 no e un astenuto) in data 22 aprile 2009 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 95 il 24 aprile 2009 che prevede:
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- L'istituzione delle Associazioni di osservatori volontari (cosiddette ronde), disarmate e soggette a registrazione presso le prefetture;
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- L'introduzione del reato di “Atti persecutori” a firma del Ministro Carfagna per la prevenzione di fenomeni di stalking
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- Il carcere obbligatorio per i sospettati di reati di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile e pedopornografia, turismo sessuale. Violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e violenza sessuale di gruppo, così come lo stalking, diventano aggravanti speciali del delitto d’omicidio
Segretario federale del Carroccio
Nella Lega Nord Maroni viene via via assumendo posizioni politiche nette nel segno del rinnovamento e della trasparenza rispetto al cosiddetto “Cerchio magico”, guidato dalla sindacalista Rosi Mauro e dal deputato Varesotto Marco Reguzzoni, che tentano più volte di colpirne l’immagine per appropriarsi della guida del partito attraverso colpi di Palazzo. “I Barbari sognanti”, la corrente creata da Maroni per respingere la deriva portata dai “consiglieri” del Senatùr, riesce a imporsi col sostegno massiccio della base militante leghista. Dal 5 aprile 2012, dopo le dimissioni di Umberto Bossi dalla carica di Segretario federale della Lega, a causa dello scandalo provocato dal tesoriere Belsito, Maroni ha fatto parte, assieme a Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, del Triumvirato incaricato di occuparsi della fase transitoria che avrebbe portato alla celebrazione del Congresso federale, dopo ben 10 anni dal precedente, svoltosi nelle giornate di Sabato 30 giugno e Domenica 1º luglio al Mediolanum Forum di Assago a Milano.
Il 1° Luglio viene proclamato Segretario federale dai 630 congressisti accorsi per l’evento.
Maroni rinnova completamente l'assetto organizzativo nominando tre vicesegretari: il bergamasco Giacomo Stucchi (Responsabile Ufficio politico, Dipartimenti e Consulte), il trevigiano Federico Caner (Responsabile Scuole di formazione quadri) e la piemontese Elena Maccanti (Responsabile Enti locali). Roberto Calderoli diventa il Responsabile organizzativo federale. Nel simbolo del partito torna la scritta Padania.
Verso la Macroregione del Nord
Nell'Ottobre 2012 viene ufficializzata la candidatura di Maroni alla Presidenza della Regione Lombardia, dopo l'indizione delle Elezioni anticipate causate dalle dimissioni simultanee dei consiglieri d'opposizione e di quelli della Lega. Per la corsa regionale Maroni schiera a sostegno della coalizione la Lega Nord Lega Lombarda, la civica Maroni Presidente (guidata dal professor Stefano Bruno Galli), il Pdl (fortemente ridimensionato nei numeri), FdI, La Destra e i Pensionati.
Il 29 gennaio 2013 annuncia che in caso di sua elezione a Governatore lombardo, guiderà la creazione istituzionale dell'Euroregione del Nord della quale faranno parte Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Dopo aver battuto il suo principale avversario (Umberto Ambrosoli della coalizione di Centrosinistra, 38,24%) ottenendo il 42,81%, il 26 febbraio 2013 viene eletto Presidente della Giunta Regionale Lombarda. Il 19 marzo dello stesso anno s'insedia ufficialmente a Palazzo Lombardia nella Sala dei Cinquecento, per l'occasione ribattezzata Sala Marco Biagi, dove presenta la nuova squadra di Governo formata da 14 assessori (metà uomini e metà donne), rilanciando da subito il tema principale della campagna elettorale: la nascita della nuova Macroregione padana. Il 15 dicembre, in occasione del Congresso federale leghista tenutosi al Lingotto di Torino, rassegna le dimissioni da Segretario federale per dedicarsi completamente al governo della Lombardia, lasciando spazio a Matteo Salvini, acclamato nuova guida del Carroccio.
Ricavato da Wikipedia
Intervento di Roberto Maroni a Bergamo, alla serata dell'Orgoglio Leghista
Intervento di Roberto Maroni ad Assago, al Congresso federale della Lega Nord (01/07/2012)
La proclamazione a Segretario Federale di Roberto Maroni (01/07/2012)
Presentazione Giunta Regionale della Lombardia (19/03/2013)
Intervento di Roberto Maroni al Lingotto di Torino, al Congresso federale della Lega Nord (15/12/2013)